Metacognizione

Metacognizione

Dal greco μετα «al di là», «dopo» e cognitio-onis «conoscere».

Il modo migliore per ridurre il rischio di scelte che potremmo considerare sbagliate è comprendere il proprio funzionamento cognitivo e le strategie mentali nonché i processi emotivi e motivazionali sottostanti le nostre azioni e le nostre decisioni; avere conoscenza del proprio mindset e consapevolezza che i propri schemi mentali possono diventare anche delle vere e proprie trappole “percettive”.

Riuscire a pensare il pensiero significa disporre di una conoscenza attenta di sé e delle proprie caratteristiche (capacità, limiti, modalità di elaborazione delle informazioni); delle caratteristiche del compito e dell’azione che si dovrà intraprendere (cosa richiede e cosa comporta e quale grado di difficoltà lo caratterizza); delle caratteristiche delle strategie da poter mettere in campo per potenziare il proprio comportamento cognitivo e raggiungere l’obiettivo. Significa intuire, percepire, riconoscere comportamenti e abitudini; significa dare un nome alla realtà.

Conoscendo il proprio modo di prendere le decisioni, il proprio modo di pensare il pensiero, di pensare al modo di apprendere e risolvere i problemi è possibile prendere le distanza dall’azione per ragionare in modo riflessivo sulle cose, per agire e non reagire a ciò che ci accade, per valorizzare e mettere in campo le proprie capacità, per prevedere quella che sarà la propria performance riconoscendo i segnali emotivi e avendo un controllo attivo dei propri processi cognitivi.

La metacognizione rappresenta quindi uno strumento indispensabile per poter avere una comprensione chiara del modo in cui apprendiamo, del perché incontriamo difficoltà nell’imparare o nel compiere una determinata azione, di come ci giudichiamo e valutiamo, del quando e del perché modifichiamo il nostro pensiero, di come riorganizziamo le nostre risorse attentive e mnemoniche.

Essere consapevoli del proprio funzionamento intellettivo e dei processi cognitivi è indispensabile per poter avere il controllo delle proprie conoscenze e per vivere esperienze di senso.
La persona è infatti consapevole di quello che sta facendo, del perché lo fa, di quando opportuno reiterare l’azione e in quali condizioni cambiare strategia. È in grado di fare delle previsioni su come affronterà le diverse situazioni, di scegliere comportamenti e atteggiamenti più funzionali al raggiungimento dei propri obiettivi, riuscendo così a vivere più preparata agli eventi.

Ha un’alta percezione del sé e di ciò che la motiva; ha fiducia nelle proprie capacità, sa di potercela fare; è dotata di locus of control ovvero della capacità di comprendere se il proprio agire e il proprio insuccesso dipendono da agenti esterni o interni. Essere più consapevoli incrementa infatti la capacità di analisi e revisione degli eventi, con la conseguente maggiore probabilità di saper distinguere tra la propria interpretazione degli eventi e i vissuti e la realtà più oggettivamente intesa.

Essere dotati di una ottima capacità di metacognizione offre buone indicazioni sul possesso di altre capacità, in particolare quella di risolvere problemi (problem solving) e di ragionamento e presa di decisione (decision making). Avere conoscenza di sé, conoscenza procedurale (come eseguire un compito) e condizionale (quando e perché applicare una conoscenza piuttosto che un’altra) consente alla persona di risolvere un problema in un tempo inferiore e con minore sforzo, di non commettere gli stessi errori e attuare strategie per superare gli ostacoli.